Future

Ambassadors per il futuro dell'aviazione

I cinque vincitori degli High 5 Awards con le loro carriere di alto profilo e le proprie vocazioni, forniscono modelli, indirizzi e competenze per la trasformazione sostenibile dell’aeronautica.

Nov 2023

I cinque “Ambassadors” di Clean Aviation – il principale programma di ricerca e innovazione in Europa votato a rendere l’aviazione di domani più sostenibile – sono attualmente concentrati sul fondamentale compito di promuovere la partnership pubblico-privato dell’Unione Europea, i suoi valori e obiettivi, evidenziando quanto sia essenziale centrare i traguardi prefissati per la neutralità climatica entro il 2030 e il 2050.

Potendo contare su un budget di oltre 4 miliardi di euro suddivisi in 1.7 miliardi di fondi EU e non meno di 2.4 miliardi provenienti da privati, le tecnologie innovative e sostenibili del programma contribuiranno a ridurre l’impronta carbonica dell’aviazione a medio-corto raggio per il 30% e per il 50% nel segmento dell’aviazione regionale in confronto allo stato dell’arte del 2020. Clean Aviation si basa sulla conoscenza e l’esperienza accumulata nei programmi Clean Sky tra il 2008 e il 2024.

Gli Ambassadors sono stati premiati e annunciati durante l’ultimo Salone di Le Bourget (Parigi), lo scorso 20 giugno, da una giuria guidata da Axel Krein, Direttore Esecutivo di Clean Aviation, e Rosalinde van der Vlies, Direttorato Ricerca e innovazione della Commissione Europea, e composta da massimi esperti aeronautici provenienti da università, grandi aziende e media di settore. Ospite della cerimonia di premiazione, e onorato di consegnare il riconoscimento a ognuno dei cinque Ambassadors, anche il CEO di Avio Aero Riccardo Procacci.

Ciascuno di questi cinque pionieri possiede un alto potenziale e una storia di successo nell’aviazione: costoro dovranno fornire la spinta e l’ispirazione a chi, in Europa, è impegnato in programmi e progetti per ridurre o neutralizzare l’impatto ambientale del trasporto aereo. Aziende, centri di ricerca, università e PMI coinvolte a ogni titolo (dagli aeroporti alle filiere di fornitura, fino alle aerolinee e i servizi) nel programma finalizzato a esplorare soluzioni ibrido-elettriche innovative, architetture aeree ultra-efficienti e tecnologie rivoluzionarie basate sull’idrogeno per la prossima generazione di velivoli.

Second from the right, Amelia Gilchrist is with the jury in Le Bourget during the award ceremony.

“I giovani sono sempre più alla ricerca di carriere in cui possano avere un impatto positivo su società e ambiente, riconosceranno subito tutto ciò che viene percepito come ‘greenwashing’ e dunque lo rifiuteranno"

Iniziando, in rigoroso ordine alfabetico, da Amelia Gilchrist: studentessa di Ingegneria Meccanica alla Durham University (Regno Unito), che si è avvicinata all’industria aeronautica grazie a un’esperienza di un anno in Rolls-Royce. Amelia si è poi concentrata sul ruolo che gioca il manufacturing (metodi, processi a basso impatto, tecnologie), sviluppando soluzioni, nuovi approcci e implementando misurazioni, e ha poi coinvolto e ispirato professionisti e leader aziendali ma anche giovani studenti. Infatti, Amelia è anche membro della Manchester Climate Change Board e attiva in associazioni universitarie come Women in STEM and WISE.

“Credo che, per attrarre e trattenere giovani talenti, il settore dell’aviazione debba dimostrare un vero impegno per l’aviazione sostenibile” afferma Amelia Gilchrist. “I giovani sono sempre più alla ricerca di carriere in cui possano avere un impatto positivo sulla società e sull’ambiente. Quindi, condividendo il lavoro già svolto (spesso non visto da chi è al di fuori del settore!) e aumentando gli sforzi verso un’aviazione pulita, i giovani saranno più attratti da questo tipo di lavoro. È anche molto importante sottolineare che, essendo cresciuti tra tematiche come la sostenibilità e il cambiamento climatico, i giovani riconosceranno subito tutto ciò che viene percepito come ‘greenwashing’ e dunque lo rifiuteranno. L’industria aeronautica deve garantire che ogni dichiarazione e impegno sia supportato da prove e seguito da azioni e finanziamenti”.

Amelia ritiene inoltre che i giovani talenti debbano essere coinvolti e incoraggiati a contribuire alla sostenibilità con il loro lavoro già da inizio carriera. “Essendo la prossima generazione che lavorerà in questo settore, è importante acquisire le competenze e le conoscenze essenziali dagli esperti per proseguire lo sviluppo e l’implementazione di tecnologie di volo sostenibili. Infatti, chi ha meno esperienza nel settore dell'aviazione, spesso può essere meno influenzato da ‘come le cose sono sempre state fatte’ e portare una nuova prospettiva, con un evidente impatto positivo”.

In the center of the picture, Jean-Christophe Lambert - CEO and founder of Ascendance Flight Technologies.

"Aumentare la consapevolezza nell’intero ecosistema è fondamentale per rendere l’aviazione più sostenibile, poiché non su tratta di in un gioco in cui uno prende tutto"

Laureato in ingegneria alla Université Technologique de Compiègne con un Master in Business and Project Management, Jean-Christophe Lambert è il CEO e fondatore di Ascendance Flight Technologies. Oggi, la sua società si occupa di soluzioni ibrido e totalmente elettriche (eVTOL, decollo e atterraggio verticali) per l’aviazione sostenibile, mentre il suo percorso tecnologico negli ultimi dodici è stato sviluppato per gran parte in Airbus. Prima come manager dello sviluppo business e poi come Program Manager in progetti su tecnologie ibrido-elettriche, incluso il progetto E-Fan – aereo elettrico a due posti che volò per la prima volta nel 2015.

“Aumentare la consapevolezza nell’intero ecosistema è fondamentale per rendere l’aviazione più sostenibile, poiché non su tratta di in un gioco in cui ‘uno prende tutto’” dice Lambert. “Sento davvero che la consapevolezza è ormai sempre più presente nel settore, ma la domanda su come e quando non ha ancora una risposta chiara e diventa critica per tutti. Trascorro tempo nelle università, confrontandomi con studenti e ricercatori perché abbiamo bisogno delle persone migliori per affrontare questa sfida. Faccio anche approfondite discussioni con organismi di certificazione e regolamentazione, per mantenere il livello di sicurezza offerto oggi dall'aviazione. Non ultimo, c’è un compito quotidiano di coinvolgere anche l’intera catena di fornitura, in modo che ogni attore contribuisca a questa nuova creazione di valore”.

Second from right, Tine Tomažič, Director of Engineering and Programs at Pipistrel.

"L’aviazione si avvicinerà sempre più alle persone finché gli aerei continueranno a diventare più rispettosi dell’ambiente e più silenziosi"

Premiato anche il direttore dell’ingegneria e programmi di Pipistrel – parte di Textron Aviation - Tine Tomažič, che sull’elettrico ha basato la sua talentuosa carriera accademica e, in seguito nell’aviazione, un’esperienza professionale di 20 anni. Negli ultimi 15, Tomažič ha sviluppato velivoli elettrici a 2 e 4 posti, portato in volo e certificato il Velis Electro a due posti (primo al mondo). Esperto in tecnologie di automazione e propulsione ibrido-elettrica, ha ricevuto diversi premi e supervisiona progetti di ricerca, collaborando a piani, soluzioni tecniche a zero emissioni e standard regolatori.

Per Tomažič è piuttosto chiaro che, mai come oggi, moltissime nuove tecnologie stanno entrando nel settore dell’aviazione. “Nuovi materiali, nuove disposizioni per stoccare l’energia, nuovi tipi di propulsione, elettrificazione, digitalizzazione e persino intelligenza artificiale. Tutto ciò avrà inevitabilmente implicazioni benefiche nei diversi scenari dell’aviazione - dai movimenti a terra alla progettazione effettiva degli aerei - ma anche sul modo in cui voliamo. L’aviazione si avvicinerà sempre più alle persone finché gli aerei continueranno a diventare più rispettosi dell’ambiente e più silenziosi. La risposta per il futuro non è smettere di volare, ma mettersi in gioco. Lasciarsi coinvolgere e partecipare al nuovo corso dell’aviazione più pulita, più accessibile e più vicina al viaggiatore. Oggi, forse per la prima volta in assoluto, lavorare nel settore dell’aviazione significa fare qualcosa di grande per le persone, oltre che per l’ambiente”.

In the center of the picture, Christiane Voigt - Head of Cloud Physics Department at DLR.

"Solo il 4% dei voli mondiali produce scie di condensazion, volare leggermente più in alto o più in basso con aria più secca o più calda durante può evitarne la formazione"

Dal prestigioso Centro Aerospaziale Tedesco (DLR) proviene invece Christiane Voigt, che lì guida il Dipartimento Cloud Physics ed è un Ambassador. Insieme all’attività ventennale presso l’Istituto di Fisica Atmosferica, è professoressa all’Università di Mainz: la sua carriera scientifica si è basata sull’accurato studio e sulla misurazione degli effetti sia CO2 sia non- CO2, quindi ha spaziato tutti gli aspetti del volo: dalla rotta, alle tecnologie di propulsione, ai carburanti fino alle scie di condensazione. Collabora a progetti internazionali e ha firmato oltre 140 pubblicazioni.

“Ridurre la CO2 è un passo importante verso un’aviazione compatibile con il clima, ma è solo metà dell’opera” spiega Voigt. “Infatti, una recente valutazione internazionale ha dimostrato che gli effetti non legati alla CO2, in particolare le scie di condensazione e gli ossidi di azoto, potrebbero avere un impatto sul clima maggiore di tutta la CO2 emessa sin dalla genesi dell’aviazione: per ottenere un’aviazione climaticamente neutrale, sia le emissioni CO2 che non-CO2 devono essere ridotte. Le scie di condensazione non durano a lungo, perciò la loro mitigazione produce una misura rapida per ridurre l’impatto climatico del volo”. 

Parlando delle possibili soluzioni per ridurre le scie di condensazione, Voigt cita la corretta pianificazione di rotte e altre modalità. “Solo il 4% dei voli mondiali produce scie, volare leggermente più in alto o più in basso con aria più secca o più calda durante può evitarne la formazione. Ciò deve essere dimostrato dalle rotte di volo, mentre le previsioni del tempo vanno migliorate alle altitudini di crociera per consentire una previsione più accurata delle scie riscaldanti. E anche i carburanti sostenibili per l’aviazione (SAF), se prodotti con energie rinnovabili provenienti da biomasse, portano a una riduzione delle emissioni di particelle di fuliggine e delle scie di condensazione, oltre a una minore impronta di CO2 derivante dall’analisi del ciclo di vita. Al DLR, abbiamo misurato queste emissioni ad altitudini di crociera durante le campagne di volo. Inoltre, è necessario studiare le scie delle future tecnologie a idrogeno per valutare l’impatto climatico dell’idrogeno in toto”.

Second from the right, Henri Werij - dean Faculty of Aerospace Engineering at TU Delft.

"La quantità di energia rinnovabile richiesta per l’aviazione è enorme, ma relativamente piccola rispetto al fabbisogno di altri settori messi insieme"

Anche un rettore, Henri Werij della Technical University di Delft (Olanda), è stato premiato da Clean Aviation. Dopo una carriera internazionale nella ricerca spaziale, avviata da un master e un dottorato scientifici in fisica atomica e quantistica, Werij è approdato a Delft nel 2017 per diventare rettore della facoltà di Ingegneria Aerospaziale. Da subito, ha puntato alla riduzione dell’impatto climatico e attivato partnership con aziende, aerolinee e aeroporti olandesi, oltre ad allearsi con altre Università. Ha inoltre promosso la diversità nelle nomine alla sua facoltà con ottimi risultati e allargato il coinvolgimento di professori, studenti, ricercatori nelle sfide per la transizione energetica.  

“La ricerca per un’aviazione sostenibile, e climaticamente neutrale, è del tutto accoppiata con la transizione energetica”, spiega il rettore. “Dobbiamo sostituire i combustibili fossili con vettori energetici alternativi a bordo, come le batterie, l’idrogeno o il carburante alternativo. Per essere veramente sostenibile l’energia dovrebbe in ogni caso provenire da fonti rinnovabili. La quantità di energia rinnovabile richiesta per l’aviazione è enorme, ma relativamente piccola rispetto al fabbisogno di altri settori messi insieme. Considerata la scarsità di ‘elettricità verde’, l’aviazione competerà quindi con altri settori per questa energia sostenibile. Ciò significa che all’aviazione potrebbe essere richiesto di investire e garantire i propri impianti di produzione di energia rinnovabile. E questo richiederà sicuramente che, oltre all’impatto climatico complessivo, ci si concentri anche sulla riduzione al minimo del consumo energetico, in termini di fabbisogno primario per ogni passeggero-chilometro. Serve dunque un approccio veramente olistico, in cui le lezioni apprese nel settore dell’aviazione siano applicabili anche ad altri settori e viceversa”.

Cover and page photo credits, Régis Daudeville.