Aviation

Dalle piste più remote

In conversazione con il CEO di Air-Tec, che racconta come gli operatori che volano in aree del pianeta dalle condizioni ambientali estreme si affidano alle perfomance dei motori H-Series.

Nov 2023

“La tua esigenza è ciò che ci appassiona”. Questa frase, che si legge appena entrati nel sito web di Air-Tec, suona molto meno slogan e molto più pragmatica, concreta, nel momento in cui si conosce il CEO e Direttore Generale Jan Rehousek per parlare dell’attività di questa compagnia di leasing aeronautico che opera in mezzo mondo.

Rehousek è un imprenditore di origine ceche che ha vissuto gran parte della sua vita in Germania, dove si è laureato in ingegneria meccanica, e che da sempre nutre una passione per gli aerei. Quelli con motori a turboelica, in particolare, con una preferenza (forse patriottica, ma certamente speciale) per i bimotori L410 di Aircraft Industries. Pur essendo stato, inoltre, un accreditato pilota di linea.  

“Conosco quel modello di aeroplano dagli anni ’90, allora mi occupavo di vendite di velivoli. Poi, nel 1997, insieme al mio partner sudafricano fondammo Air-Tec e iniziammo a operare per una specifica fascia di clienti”, dice Rehousek che oggi vive tra Cape Town (Sudafrica) e Nizza (Francia).

Johannesburg è l’altra sede di riferimento di Air-Tec dove risiedono le principali operazioni della compagnia: formazione tecnica e in volo, attività sulle flotte velivoli e servizi di manutenzione. La sede centrale, amministrativa e finanziaria, si trova invece più a est. Nell’oceano Indiano a largo del Madagascar, sulla naturalisticamente magnifica isola di Mauritius.

An Air-Tec L410 aircraft ready to take off on the runway.

“I nostri team sono inoltre dislocati in 15 basi intorno al mondo”, spiega Rehousek, “a fianco dei clienti nelle aree in cui operano: nord e centro Africa, sud est Asiatico, centro America. La maggior parte di questi sono agenzie di soccorso umanitario (ONU, Medici senza frontiere, FAO, la Croce Rossa internazionale) e operatori che lavorano con aziende di conservazione, estrazione mineraria o del settore Oil and Gas. In totale, le nostre flotte contano oltre 40 aerei e il personale arriva a circa 400 persone”.

Angoli meravigliosi del pianeta, ma per lo più remoti e contraddistinti da condizioni climatiche e ambientali che arrivano a essere estreme: innanzitutto, pensando a picchi montani o al deserto del Sahara, si tratta di località che presentano piste e aeroporti molto ridotti se non inesistenti. Habitat in cui aerei come L410, e i loro motori H-Series, sono capaci di prestazioni ad alta affidabilità.

“Lavoriamo con un ampio spettro di nazionalità diverse, in luoghi particolarmente complessi ed è per questo che le nostre conoscenze sui motori si sono evolute”, dice Rehousek. “Nel corso del tempo, abbiamo notato e apprezzato gli investimenti di GE nel segmento turboprop, specie per sicurezza e performance: l’aggiornamento della motorizzazione dai precedenti modelli M601 alla H-Series ha portato evidenti miglioramenti nelle capacità di pilotare e gestire i motori”.

A United Nation L410 aircraft flying over in African skies.

Miglioramenti recepiti e compresi attraverso i feedback dei propri clienti, come riporta Air-Tec, che operando in condizioni molto sfidanti, spesso complicate per le alte temperature e le quote proibitive, sanno esattamente ciò di cui hanno bisogno.

“Sono operatori che trasportano carichi diversificati (cibo, medicinali, riserve d’acqua, beni di prima necessità), voluminosi o pensanti. Per loro, avere maggiore margine di carico e sicurezza, con un’eccezionale affidabilità è cruciale: per esempio, i miglioramenti di extra potenza e performance ad alte temperature del compressore del motore H-75 sono stati determinanti”, aggiunge Rehousek.

Avio Aero lavora a strettissimo contatto con Air-Tec per supportare una flotta di circa 46 motori che equipaggiano i 29 aerei L410 della compagnia e forniscono parti o interi propulsori di ricambio. “Abbiamo eseguito il primo ciclo di manutenzione (TBO, time between overhaul)”, racconta Rehousek, “e i risultati sono stati un successo per praticamente tutti motori, forse solo uno ha richiesto dei controlli aggiuntivi”.

A couple of L410 operated by Congo Conservation Company in Mboko, Congo.

Se si pensa agli operatori, o utilizzatori finali di tali motori e aerei - che viaggiano lunghe distanze nelle succitate condizioni ambientali, aggravate da situazioni di povertà estrema, fame o conflitti bellici - si ha l’idea di quanto il lavoro congiunto di Air-Tec e Avio Aero possa avere un impatto molto significativo, oltre che tecnico anche umano. Per questo affidabilità e sicurezza occupano il primo posto nella collaborazione.

“Questi clienti operano in network parecchio estesi e attraverso grandi impianti - piattaforme e cave on e off-shore in mezzo a deserti - o aree di intervento molto ampie, connettendo grandi città con piccoli villaggi e campagne remote. Richiedono alti standard qualitativi e supporto dedicato, attivando contratti che in media durano due anni”.

La collaborazione con Avio Aero e GE Aerospace ha permesso ad Air-Tec, con la sua esperienza di oltre ventisette anni, di espandere conoscenze e capacità tecniche. In particolare, le squadre di Air-Tec sono in grado di eseguire riconfigurazioni su L410, installando nuovi motori H-75 per operatori in Africa o Sud America, oltre a gestire operazioni di manutenzione approfondita e ricambi motore, o addirittura, fornendo formazione tecnica e anche per i piloti.

Air-Tec Group CEO and Director, Jan Rehousek.

“Per i nostri clienti operatori avere maggiore margine di carico e sicurezza, insieme a un’eccezionale affidabilità, è cruciale”

“È molto entusiasmante, da parte nostra, lavorare con Avio Aero. Ci siamo trovati bene sin da subito: in passato, ad esempio, spesso ci trovavamo a lavorare con team in nord America, in un fuso orario più complicato. Ora, con il team in Europa, è praticamente come lavorare con esperti che stano nella porta accanto”, dice soddisfatto Rehousek.

Air-Tec sta puntando a espandere i suoi orizzonti, iniziando proprio dai prediletti aerei L410 che insieme ai Beechcraft 1900D rappresentano il futuro della compagnia. “Vogliamo operare economie di scala, concentrarci su questi due modelli principali per mettere a disposizione dei nostri clienti un numero sufficiente di velivoli e parti di ricambio in grado di assicurargli di volare nelle situazioni più complesse. Ma vogliamo anche rendere le loro operazioni più sostenibili, come si aspettano loro stessi: per questo abbiamo implementato il nostro Environment Management System (siamo tra i primi) e siamo interessati a lavorare con Avio Aero sui carburanti alternativi così come sull’ibrido-elettrico”, conclude Rehousek.

La sfida successiva sarà far arrivare anche i SAF nelle aree più remote del pianeta.

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