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Più che Smart

Lo Smart Working non è una novità assoluta in Avio Aero, questo anche per l’efficiente e silenziosa rapidità con cui negli ultimi tempi è entrato a pieno titolo nella cultura aziendale.

May 2020

Gli ultimi mesi hanno innegabilmente (e necessariamente) visto un’intensificazione senza precedenti della connettività e della fruizione di dispositivi digitali. Per quanto riguarda il lavoro, solo in Italia ad esempio, oltre due milioni di persone sono ormai avvezze a svolgere da casa la propria professione: per questo oggigiorno, si fa un gran parlare di Smart Working.

I più esperti, o precisi, evidenziano anche un importante distinguo semantico: infatti, se connettersi da casa è il solo modo per lavorare si dovrebbe più appropriatamente parlare di Remote Working, poiché l’attributo Smart starebbe invece a indicare un modo più agile ed efficiente di lavorare connettendosi da qualsiasi posto diverso dal proprio ufficio.

Nel caso di GE, che vede oggi circa 180 mila dipendenti nel mondo collegati da remoto (a febbraio erano 120mila), questa virtuosa pratica è in voga dai primi anni duemila in forma sperimentale in America, e perciò appropriatamente chiamata Smart Working. Da allora, questo tipo di cultura del lavoro ha interessato sempre più lavoratori del gruppo, arrivando man mano ad essere adottata anche oltreoceano. Nella fattispecie, GE Aviation al momento conta 24mila dipendenti connessi, raddoppiati rispetto ai circa 12mila di febbraio.

Sebbene diversi business di GE in Italia, inclusa Avio Aero, già dal 2018 avessero implementato per determinati team e professionalità lo Smart Working, Nino Atzei, Leader del Digital Team e dell’Aviation Operating System per l’azienda con headquarters a Rivalta di Torino, conosceva le potenzialità di questa pratica da ben prima. Infatti - come parte della sua lunga esperienza professionale cominciata dopo la laurea in Ingegneria Aerospaziale al Politecnico di Torino e passata attraverso la direzione di programmi e dipartimenti nevralgici (non solo nella Progettazione, ma anche nel Product & Customer Support e in Global Supply Chain) - nel 2016 fu a capo del Commercial Fleet Program Management presso la sede centrale GE Aviation di Cincinnati in USA.

 

"Mi ha colpito in particolare il grado di autonomia e responsabilità di tutto il team... la collaborazione risulta potenziata da remoto e persino l’indice di produttività talvolta supera quello dell’ufficio"

“L’esperienza americana, tra le altre cose, mi permise di apprezzare da vicino le potenzialità del lavoro da remoto e il grado di collaborazione” racconta Atzei, “quando poi ritornai in Avio Aero, un vero programma di Smart Working si stava sviluppando gradualmente con l’obiettivo di diventare una modalità di lavoro ‘normale’… questo ci ha decisamente aiutato nel gestire il boom dovuto all’emergenza COVID19, confortati da una buona esperienza pregressa, oltre che dalla casa madre con i suoi processi consolidati”.    

Lo Smart Working, secondo una recente sondaggio in GE, ha soddisfatto in media il 55% delle persone: e se questa percentuale in Avio Aero arriva fino al 63%, lo si deve principalmente al team guidato da Atzei, ovvero alle specifiche competenze e capacità digitali dei membri che in ogni ambito e a ogni livello hanno contribuito alla stabilità del lavoro da remoto di oltre duemila utenti. Questo si è inoltre tradotto in una crescita dello Smart Working in GE che per l’area Europe Middle East e Africa è stata del 100%, contro il 60% dei colleghi già abituati in USA.

“Ricoprire questo nuovo e aggiuntivo ruolo a partire proprio da marzo 2020, è stato molto sfidante” continua Atzei: “ma ha permesso al team di manifestare capacità davvero notevoli, che mi hanno colpito in particolare per il grado di autonomia e responsabilità dei team manager… fattore determinante nella fase del passaggio di consegne che mi ha visto coinvolto”.

Il plauso di Atzei è diretto alla gestione e realizzazione di un piano di lavoro che ha visto praticamente tutto il suo team Digital, ovvero circa 120 persone, impegnate a vario titolo per mettere i dipendenti Avio Aero in condizione di usufruire dei tool digitali aziendali nella maniera più simile possibile a quella a cui erano abituati in azienda.

“Avevamo già una buona base di esperienza alle spalle, ma non tutte le applicazioni erano state testate da remoto, quindi una parte del team si è ritrovato a gestire in pochi giorni una mole di lavoro che in condizioni normali avrebbe portato a termine in settimane o mesi” dice Atzei, indicando che la criticità di partenza era il fatto che non tutti i dipendenti lavoravano abitualmente con un PC portatile (laptop) o ne avevano uno assegnato.

 

"Abbiamo impostato il lavoro in tre fasi: installare e configurare, consegnare in sicurezza il materiale e istruire i dipendenti per l’utilizzo...senza dubbio, la consegna è stata la fase più delicata"

Ed è questo specifico compito che si è sobbarcato il team Coretech guidato da Giampiero Galli. “Un impegno enorme soprattutto durante la fase iniziale: abbiamo consegnato più di 200 laptop a colleghi che solitamente lavorano con PC fissi in ufficio e quindi necessitavano anche della tecnologia connettiva per lavorare in Smart Working. Così, abbiamo impostato il lavoro in tre fasi: installare e configurare, consegnare in sicurezza il materiale e istruire i dipendenti per l’utilizzo”. 

L’esperienza di lunghissimo corso di Galli nell’Information Technology inizia nel 1989 in IBM come ingegnere informatico e prosegue in diversi business di GE a partire dal 1997: oggi, ricopre il ruolo di Digital Workplace Services & Support Sr Director in GE Coretech & Cyber Security, supportando insieme ad Avio Aero anche business GE in Spagna, Portogallo, Grecia e Israele.

“La velocità operativa è stata essenziale e il team globale che gestisce gli approvvigionamenti da Amsterdam, ha compreso subito la criticità rivelandosi estremamente collaborativo” racconta Galli. “Ma senza dubbio, la consegna in sicurezza è stata la fase più delicata: siamo riusciti a consegnare tutti i laptop evitando il contatto fisico tra i nostri tecnici e i colleghi e, se qualcuno avesse avuto bisogno di aiuto o chiarimenti, avrebbe potuto contattare il tecnico in qualsiasi momento. Da lì abbiamo monitorato e facilitato l’adozione e l’operatività degli utenti, un intenso lavoro di due settimane che ha fatto sentire il team Coretech un asset importante per l’azienda”. 

Un successivo livello di complessità nella gestione di questo piano di lavoro, invece, riguarda la varietà delle esigenze tecnico-informatiche degli utenti in Avio Aero. “All’interno dei sistemi informativi supportiamo il business con circa 150 tipi di software differenti: molti di questi, ad esempio, sono usati da pochi utenti, ma non per questo sono meno importanti di altri. Molti programmi poi controllano i macchinari e processi di fabbrica, e una delle nostre missioni primarie è supportare la progettazione o manutenzione di motori aerei e loro componenti dell’industria aeronautica… molto spesso, è più complesso comprendere o definire un processo produttivo o ingegneristico, piuttosto che realizzare un software che lo supporti.”

 

"Colleghi in Ingegneria o Manufacturing utilizzano programmi CAD o di calcolo strutturale, e necessitano di macchine particolarmente potenti: per questo abbiamo approntato un processo straordinario"

Anch’egli punto di riferimento per il Digital team di Avio Aero, Gaetano Arcuri – in GE dal ’99 e a Rivalta dal 2013 – è esperto di infrastrutture IT oltre che di Data Science e Big Data. Oltre al titolo di ingegnere informatico, Arcuri condivide con Galli una sistematica (e ovvia, se rapportata al loro leader Atzei che centra il suo lavoro su questa filosofia) adozione dei principi Lean e del miglioramento continuo: “serve per agevolare questo cambiamento e per regolare al meglio le nostre attività” dice. 

Il team di Arcuri ha dunque garantito soluzioni su misura secondo le esigenze più disparate di diversi team aziendali che per loro natura basano il proprio lavoro su strumenti sofisticati per realizzare prodotti aeronautici: “ad esempio, c’è chi in Ingegneria o Manufacturing utilizza programmi CAD o di calcolo strutturale, e quindi necessita di macchine particolarmente potenti… non avevamo subito a disposizione un numero sufficiente di Workstation e allora abbiamo approntato un processo straordinario per consentire loro di installare a casa (qualora ne fossero capaci tramite istruzioni) la propria Workstation come in ufficio.”

Ed è proprio il caso di dire: per ultimo, ma assolutamente non meno importante… c’è il tema della sicurezza informatica e la prevenzione delle minacce cibernetiche. Lo testimonia Simone Pezzoli - dal 2018 responsabile della Cybersecurity per Avio Aero con trascorse esperienze di Sicurezza Informatica, Compliance e Audit in Barclays Bank UK, Bupa (settore assicurativo con sede a Londra) e PriceWaterhouseCoopers – parlando del controllo dei rischi relativi all’ingente flusso di dati e informazioni che si sviluppa in egual (se non maggiore misura) durante il lavoro da remoto.

 

"Per la prevenzione delle minacce cibernetiche, in generale, il nostro comportamento rimane sempre l’aspetto più importante di ogni sistema di protezione sia a casa che in ufficio" 

"Le nostre infrastrutture domestiche non hanno le protezioni che abbiamo in azienda, per questo il rischio di perdita di informazioni in un ambiente distribuito è senza dubbio maggiore” spiega Pezzoli. “D’altro canto, la sicurezza digitale è nel DNA dell’industria aeronautica dove gli aspetti di protezione dell’IP e il rispetto delle regolamentazioni sono fondamentali: gli hard disks dei nostri portatili, ad esempio, sono tutti criptati e sistemi o computer che contengono informazioni critiche non sono mai privati, domestici. Inoltre, ci dedichiamo quotidianamente a campagne di phishing o contro eventuali di attacchi esterni: quindi consigliamo sempre di non cliccare su link provenienti dall’esterno della rete GE o evitare l’uso di piattaforme non autorizzate per la condivisione di dati aziendali, solo per fare solo due esempi". 

Alle soglie di un’epoca che vede un’importante trasformazione della cultura del lavoro, la fiducia nei singoli sembra il miglior antidoto per il controllo anche secondo i più eserti: “in generale, il nostro comportamento rimane sempre l’aspetto probabilmente più importante di ogni sistema di protezione sia a casa che in ufficio” conclude Pezzoli.

Insieme ai comportamenti responsabili, gli esperti raccomandano anche intelligenti accortezze per tipiche situazioni domestiche in cui convivono più esigenze digitali: “problemi di connettività il più delle volte sono legati alle ADSL domestiche, oggi in una famiglia spesso ci sono più persone ad usare la rete, specie nelle famiglie con bambini o giovani… la raccomandazione è quella di limitare l’uso del video specie nelle ore di punta e di non lasciare il PC sempre connesso se non serve”. 

In uno dei recenti messaggi ai dipendenti, il CEO di Avio Aero sottolineava come la possibilità di fare Smart Working fosse spesso data per scontata, mentre per garantire l’efficacia di tale possibilità serve preparazione e lavoro costante. Di necessità virtù allora, come conferma Atzei: “tutti ci stiamo accorgendo che la collaborazione tra team è potenziata da remoto, e che addirittura l’indice di produttività talvolta supera quello tradizionale dall’ufficio… credo che a emergenza sarà terminata, avremo meno pregiudizi sullo Smart Working”.

 

Intanto, un po' a sorpresa, anche i nerd dell’Information Technology, naturalmente a loro agio in ambienti virtuali, non vedono l’ora del ritorno alla socialità: “ci mancano i rapporti interpersonali e sappiamo tutti come le comunicazioni informali siano alla base del problem solving molto spesso… Quanti conflitti lavorativi abbiamo risolto prendendoci un caffè!?”