Culture

Una rinascita propulsiva

Al Museo Storico dell’Aeronautica, la cerimonia per il restauro di uno dei motori storici più rari, e più innovativi mai costruiti, parte della storia aeronautica italiana e dell’eredità di Avio Aero.

Oct 2019

Gli enormi hangar del Museo Storico dell’Aeronautica Militare a Vigna di Valle (Roma), ricchi di cimeli e velivoli leggendari, statue e reperti rarissimi, appaiono ancora più magici quando sono affollati da amatori ed esperti di ogni età. Infatti, dopo aver avuto il privilegio di visitare il museo in esclusiva per ripercorrere i 110 anni di Avio Aero e dei motori che hanno affiancato i mitici aerei in esposizione, è stato emozionante ritornarci in un giorno speciale: ovvero, durante la cerimonia che ha interessato un esemplare di motore molto noto, e caro, all’azienda che è da sempre a servizio della forza aerea nazionale.

L’AS.8 è un motore aeronautico da competizione 16 cilindri a V, dotato di eliche controrotanti e capace di sprigionare una potenza di 2500CV: fu sviluppato negli anni ‘30 per ambire al primato di velocità assoluto con il velivolo CMASA CS15. Era il successore del più premiato AS.6, che nel 1934, a bordo dell’idrocorsa Macchi M.C.72 (originariamente costruito per la coppa Schneider, una sorta di Formula1 dell’epoca) e stabilì il record di velocità (tuttora imbattuto) per idrovolanti con motore a pistoni. 

Rispetto al suo illustre predecessore, l’AS.8 presentava persino miglioramenti tecnici e prestazionali. Al mondo, ne esistono solo due esemplari: il prototipo di sviluppo n° 002, costruito nel 1939 e oggetto del restauro presentato durante la cerimonia al Museo di Vigna di Valle, e un altro conservato nell’area espositiva dello stabilimento di Rivalta di Torino.

“Il motore AS.8 rappresenta una delle massime evoluzioni della motoristica in campo aeronautico, raggiunta in Italia negli anni ’30: è molto compatto, ideale per la competizione e addirittura più potente di quanto prospettavano i suoi progettisti”, racconta il Ph.D. Ing. Giuseppe Genchi, fondatore e curatore del Museo Storico dei Motori e dei Meccanismi del Sistema Museale dell’Università di Palermo. Il museo dei Motori e l’Aeronautica Militare hanno collaborato in sinergia alle attività di restauro: “siamo riusciti a riportare alle migliori condizioni questo raro reperto di grandissimo valore, così da garantirgli una debita e decorosa esposizione a Vigna di Valle insieme a tutti gli altri capolavori di meccanica italiana presenti”. 

Genchi è inoltre Componente del Consiglio Scientifico del Sistema Museale di Ateneo e Segretario della Commissione nazionale Cultura dell’Automotoclub Storico Italiano, ed è proprio quest’ultima associazione che - considerata la finalità dell’iniziativa e volendone ampliare l’aspetto culturale e divulgativo - ha partecipato alla cerimonia di presentazione del motore. 

Il restauro conservativo di questo motore da competizione rappresenta una delle più importanti attività di tutela e valorizzazione del patrimonio storico aeronautico nell'ambito delle numerose iniziative di collaborazione tra il Museo dei Motori e lo Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare. “I nostri specialisti hanno affiancato con passione l’Ing. Genchi, l’AS8 è finalmente una nuova pietra preziosa all’interno di questa nostra gioielleria fatta di inestimabili oggetti storici, tra cui addirittura il primo velivolo dei fratelli Wright” dice il Ten. Col. Adelio Roviti, Direttore del Museo Storico dell’Aeronautica Militare.

"Seguendo l’approccio conservativo, si è scelto di ridurre al minimo indispensabile il numero dei pezzi smontati, nonostante ciò abbia aumentato la complessità dell’opera"

Le operazioni di restauro sono state realizzate presso l’officina di manutenzione dei velivoli del Museo di Vigna di Valle, uno degli obiettivi più ambiziosi dal lato operativo del restauro, era quello di ripristinare le caratteristiche estetiche originali del motore, mantenendo dove possibile i segni del tempo. “Seguendo l’approccio conservativo, si è scelto di ridurre al minimo indispensabile il numero dei pezzi smontati, nonostante ciò abbia aumentato la complessità dell’opera”, dice Genchi.  

Grazie al certosino lavoro di Genchi e della squadra di tecnici meccanici dell’Aeronautica Militare, oggi l’AS.8 risplende proprio di fianco al predecessore AS.6, che a sua volta è accompagnato dell’idroplano Macchi e dal ritratto del Maresciallo Francesco Agello, l’indimenticabile pilota tutt’oggi detentore del record. Il restauro è stato un lavoro fatto di ricerche, analisi su documenti (sia di produzione che di progettazione) originali dell’epoca e studi specifici su una superficie metallica provata dal tempo, ma che fortunatamente era in uno stato accettabile grazie a un precedente restauro dell’Aeronautica che comunque risaliva a circa 40 anni prima.

 

“Le operazioni di pulitura e ripristino hanno conferito al motore un notevole equilibrio estetico generale, da cui è possibile ancora evincere la patina del tempo ed osservare nuovamente le originali finiture superficiali tipiche dei motori del relativo periodo storico” aggiunge Genchi, dimostrando quanto il lavoro di questi professionisti sia stato orientato a coniugare al meglio l’esigenza espositiva, quindi anche le precauzioni dovute a immobilità e agenti atmosferici, con l’integrità meccanica e strutturale di ogni piccolo particolare. 

È facile intuire quanto sia grande la soddisfazione di chi ha curato un progetto di valorizzazione del genere, e non solo nel giorno della sua presentazione al pubblico: l’AS.8 sarà lì per molti decenni ancora, in tutto il suo splendore, a raccontare una storia di avanguardia e innovazione che con esso stesso era soltanto agli albori e che oggi continua, nel segno dell’evoluzione tecnologica, di generazione in generazione.