Humans

Grazie Nonno!

Uno specialista del testing di motori aeronautici e la sua “genetica” attrazione per le turbine, la meccanica di precisione, fino alla riproduzione in scala di oggetti che funzionano davvero.

Dec 2018

Alessandro Loiercio, classe 1991, lavora come Test Operator presso il Centro Sperimentale di Avio Aero Sangone. Entrato in azienda nel 2011, dopo aver conseguito il diploma di perito meccanico presso l’Istituto tecnico Avogadro di Torino, Alessandro ha successivamente frequentato un corso di specializzazione in lavorazioni meccaniche che lo ha preparato, di fatto, per il suo lavoro nelle sale prova del centro torinese. Qui infatti Alessandro si occupa di allestire impianti e sale, dove poi sottopone i prodotti di Avio Aero (come trasmissioni o turbine), ma anche dei motori interi, ai test fondamentali per certificarne l’utilizzo in volo.

Alessandro è certamente un appassionato di aeronautica, ed è per questo che ha indirizzato i suoi studi in campo tecnico, ma quello che fa una differenza notevole nella sua storia è l’influenza di suo nonno. Infatti, pur essendo dapprima un professionista dell’automotive e in seguito un costruttore di macchine da caffè, il nonno Virginio è sempre stato un progettista e artigiano autodidatta di turbine aeronautiche in miniatura. “Sono di diverse tipologie” come racconta lo stesso Alessandro: “mio nonno da sempre ha riprodotto in miniatura turbine composte da 3 stadi assiali e uno centrifugo, oppure anche solo centrifughi o solo assiali.”

Alessandro dunque è cresciuto guardando, e apprezzando, il nonno costruire questi piccoli capolavori meccanici, fino a cimentarsi al suo fianco: “l’ultima creazione è un motore tubofan completo, dal diametro di 25cm” dice Alessandro. Ma il dettaglio sbalorditivo di questi piccoli marchingegni è che funzionano davvero, con vero carburante! Basti pensare che l’ultima turboventola, appunto costruita dal nonno Virginio, ha persino la sua piccola camera di combustione!

La tua è dunque una passione, possiamo dire, che è scritta nel DNA?

“È proprio così, l’ho ereditata fin da piccolino: con mio nonno ho iniziato a costruire le prime turbine e fare le mie primissime prove motore a 7 anni nel garage della sua casa di campagna, trasformato per quelle occasioni in una sala prove. Realizziamo tutt’oggi vere e proprie turbine aeronautiche in scala ridotta, partendo da componenti di automobili e materiali di scarto. La curiosità e l’inventiva sono sicuramente un marchio di famiglia.”

E poi, sei andato proprio a lavorare in una delle più importanti aziende aeronautiche…?

“Qui al Centro Sperimentale del Sangone sono entrato subito a far parte di un gruppo che è come una grande famiglia: i colleghi mi hanno messo tra i banchi prova e mi hanno insegnato molto. Ho iniziato a lavorare da subito come test operator e il primo motore che ho visto girare sui nostri banchi prova è il TP400, che equipaggia il gigantesco Airbus A400M. Mi ha da subito affascinato vedere montare un banco prova e poter fare prove motore su un prodotto che è già in servizio, vale a dire che vola regolarmente. È un lavoro complesso, che richiede la conoscenza del sistema motore nel suo insieme: dalla gearbox ai collegamenti idraulici, passando per il sistema elettrico.”

Nel tuo lavoro segui i test anche di motori interi e di nuovissimi modelli, come il GE Catalyst, vero?

“Posso dire di aver visto nascere questo turboprop e ho letteralmente seguito in diretta le sue evoluzioni: sono stato, infatti, a Praga in GE Aviation Czech per sei mesi per seguire tutta la fase di testing ed ero lì durante il FETT (First Engine To Test) del dicembre scorso. Successivamente ho anche seguito il motore fino in Canada per l’altitude test. Di questa esperienza ricorderò la grande emozione di vedere la prima accensione di un nuovo motore… oltre che la grandissima responsabilità di dover testare un motore in tempi record e avere un prodotto buono alla prima!”

Cosa ti piace di più del tuo lavoro?

“Nella mia quotidianità è impossibile annoiarsi. Ogni test è diverso da quello precedente: bisogna avere mente flessibile e creatività per trovare soluzioni innovative. Un’altra cosa che amo sono le missioni sul campo: valutare le condizioni di un motore e intervenire su di esso, lavorando proprio sotto l’ala di un aereo, è una delle cose che preferisco dei miei spostamenti lavorativi. Senza contare che la possibilità di andare in trasferta, anche per periodi piuttosto lunghi, mi ha insegnato molto anche rispetto alla relazione con i colleghi: confrontarsi con altre culture, altri metodi di lavoro e punti di vista è un grande arricchimento personale oltre che professionale.”

 

Se dovessi dare un consiglio a un giovane collega, quale sceglieresti?

“Gli direi di continuare a studiare e non smettere mai di documentarsi: la preparazione è fondamentale. Se però si ha la fortuna di trovare – come è successo a me – un lavoro che appassiona, bisogna cogliere al volo l’opportunità! Nel mio futuro spero di poter continuare a fare assistenza tecnica sul campo: seguire il motore sul velivolo è in assoluto la cosa che preferisco, anche se forse un domani mi piacerebbe aprire una mia attività.”

Tra i tuoi hobby, infatti, ce n’è uno sicuramente affascinante e altrettanto impegnativo: il restauro di auto d’epoca…

“Esatto, un hobby che purtroppo ultimamente ho un po’ trascurato a causa dei tanti impegni e delle trasferte di lavoro. Negli anni ho restaurato una Mustang del 1968, ma anche un numero imprecisato di Vespe e un Guzzi Falcone 500. Adesso, invece, l’obiettivo è ristrutturare la casa che ho da poco comprato!”