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Professionisti in prima linea

Chi sono gli esperti Avio Aero che vegliano da sempre su salute e sicurezza dei colleghi, svolgendo un lavoro che potrebbe apparire scontato fino al più inatteso degli eventi.

Apr 2020

Vincenzo Micheli dal 2013 è il responsabile del dipartimento EHS (Environment, Health, Safety) in Avio Aero: un team che si occupa di prevedere, gestire e definire i protocolli relativi all’ambiente, salute e sicurezza dell’organizzazione. Una notevole responsabilità nei confronti di un’azienda manifatturiera che occupa circa 5200 persone dislocate su molteplici siti produttivi italiani e stranieri. Insieme ai suoi collaboratori diretti – 4 donne e 2 uomini che a loro volta si avvalgono di circa 25 professionisti, inclusi gli infermieri – Micheli si prende cura ogni giorno dei dipendenti e di favorire lo svolgimento delle attività nel rispetto delle rigide normative che riguardano il comparto aeronautico.

Fino a febbraio di quest’anno, la sua quotidianità era rappresentata dalla valutazione dei rischi, dalla elaborazione, dalla verifica e dalla gestione dei piani di miglioramento, dall’aggiornamento delle procedure e dall’adempimento dei requisiti di legge. Poi, tutto è cambiato.

“Per dare un’idea dell’impatto che ha avuto l’emergenza sanitaria sulla nostra attività”, racconta Micheli, “Posso dire che per più di 30 giorni – oltre a lavorare senza soluzione di continuità – ogni tematica gestita nelle 24 ore riguardava il COVID-19. Non c’è stato spazio per nient’altro. Questo agli occhi di qualcuno può sembrare poco, ma per chi fa il nostro mestiere è un’enormità, considerando quanto è ampio il raggio di azione su cui dobbiamo muoverci abitualmente in un contesto di azienda metalmeccanica”. 

 

Molti dei processi implementati sino ad oggi, allineati a quelli della casa madre, si sono dovuti azzerare e ripensare completamente alla luce di una situazione nuova e mai sperimentata prima. “È stato uno sforzo di creatività e avere avuto nel team una maggioranza di donne ha dato sicuramente un’accelerazione in termini di pragmatismo e risoluzione dei problemi” continua Micheli. “Come ad esempio nel caso degli igienizzanti che abbiamo iniziato a produrre in casa a seguito della scarsa reperibilità sul mercato. L’intuizione si deve alla nostra esperta in materie chimiche che nel giro di qualche giorno è riuscita a mappare le risorse disponibili internamente e attivare la linea produttiva sulla base delle specifiche dell’Organizzazione Mondiale della Sanità”.

Il team EHS in questi mesi ha operato secondo le logiche del learning by doing perché qualsiasi emergenza affrontata in passato non si avvicina neanche lontanamente a quella attuale. Si sono dovute sviluppare in breve tempo nuove competenze per permettere il dialogo con realtà sanitarie e rappresentanze sindacali e trovare nuove forme di assistenza verso il dipendente, come ad esempio nuovi servizi di screening medici (es. misurazione della saturazione dell’ossigeno nel sangue) al rientro da un periodo di malattia. Il tutto, in realtà produttive distribuite geograficamente tra Piemonte, Campania, Puglia e Polonia, in cui l’andamento dei contagi è stato dunque parecchio differenziato.

 

"In alcuni siti l’emergenza è stata anticipata – penso a Pomigliano e al Sangone dove ci sono stati alcuni casi conclamati – questo ci ha consentito di attuare i nuovi protocolli con estrema rapidità (addirittura in concomitanza con la loro emanazione) e sperimentarne l’efficacia riuscendo a mantenere la continuità operativa degli stabilimenti" continua Micheli.

Un’altra abilità che abbiamo affinato durante questo periodo di crisi per tutte le persone del team EHS è stata sicuramente la collaborazione cross-funzionale, anche perché il nostro team (insieme al team Aviation basato in Cina) è diventato il punto di riferimento per i tavoli di gestione della crisi italiani e internazionali nel gruppo GE. Il dipartimento EHS locale è riuscito quindi a fare anche da ponte con l’America, trasferendo importanti conoscenze e know how in un Paese in cui il virus è arrivato successivamente.

 

Non solo, fianco a fianco con il dipartimento Facilities (che di base si occupa di interventi infrastrutturali in uffici e fabbriche Avio Aero) si è lavorato in anticipo sulla ridefinizione degli spazi in vista della Fase 2 della ripresa. La priorità della divisione EHS è oggi infatti comprendere come strutturare il pieno ritorno in azienda e a garantire la socialità del lavoro, una componente fondamentale per tutte le aziende e la vera sfida dei prossimi mesi.

“Questa emergenza ha assorbito moltissime energie ma ci ha lasciato anche qualcosa”, aggiunge Micheli “Sicuramente una maggiore educazione alle regole che è propria della nostra professione e che da oggi diventa imprescindibile per tutti, poi la consapevolezza che anche in situazioni di crisi l’ingegno umano trova sempre il modo di emergere e, infine, la resilienza che in occasione di eventi traumatici ci dà la forza di riorganizzare positivamente la nostra vita. Anche quella lavorativa”.